Il Premio Internazionale Marisa Giorgetti è un Premio annuale intitolato alla memoria della triestina Marisa Giorgetti, mancata nel novembre 2011, e alla sua scelta di condurre una vita estremamente schiva, lontana da ogni occasione di visibilità pubblica, pur essendo l’ispiratrice di idee e progetti sociali e culturali innovativi nel campo della tutela dei diritti umani ed in particolare dell’accoglienza e della tutela dei soggetti più deboli quali i rifugiati e le vittime di violenza, tortura e grave sfruttamento che hanno assunto una crescente importanza in Italia.
Il Premio intende avere un carattere fortemente innovativo rispetto al panorama tradizionale dei premi in Italia, sia per ciò che riguarda le tematiche, sia rispetto alle modalità di individuazione e selezione delle persone cui assegnare il Premio stesso.
Il Premio è costituito da due sezioni, distinte ma tra loro chiaramente interconesse, ovvero:
Sezione 1: Premio annuale assegnato ad un autore o autori vari per la scrittura di un romanzo, racconto, poesia, reportage, inchiesta o altra forma letteraria edita in Italia che, con pregio letterario e profondità di analisi, abbia affrontato tematiche legate alle migrazioni e alla convivenza/incontro tra lingue, culture e tradizioni differenti, ovvero che abbia promosso una cultura del dialogo e dell’accoglienza delle diversità.
Sezione 2: Premio annuale assegnato ad una persona singola o a un gruppo di persone, ovvero ad un’associazione o un ente che si sia distinta nella realizzazione di iniziative o programmi che, sul piano sociale, culturale o politico abbiano concretamente operato per la difesa dei diritti umani fondamentali di singoli, gruppi e comunità, con particolare attenzione ai diritti delle persone più deboli e delle vittime di violenza, migrazioni forzate, persecuzioni e grave sfruttamento ovvero abbiano contribuito a consolidare processi di pace e di convivenza, ovvero a modificare atteggiamenti culturali o politiche pubbliche discriminatorie e lesive della dignità umana.
La scelta di porre al centro del Premio la tematica dei diritti umani ed in particolare quella delle migrazioni internazionali è legata alla considerazione che le migrazioni costituiscono il più profondo motore del cambiamento sociale, culturale e politico delle società contemporanee, in Italia come in altri paesi. Cambiamenti che coinvolgono sia le società di immigrazione che quelle di origine. Nonostante ciò in Italia si avverte una diffusa arretratezza culturale e politica nel comprendere l’effettiva importanza dei cambiamenti determinati dalle migrazioni; un’arretratezza che spesso sfocia in paure diffuse e irrazionali, abilmente utilizzate da movimenti politici di stampo xenofobo, che seppure sembrano (ma il condizionale è d’obbligo) in contrazione nella società. Colpisce in particolare come spesso le questioni migratorie (spesso percepite solo come un problema o un’emergenza) siano relegate ad ambiti di discussione socio-culturale di nicchia.
La produzione letteraria sulle migrazioni (intendendo sia un ambito letterario in senso stretto che l’ambito dei reportage e delle inchieste) è in rapida crescita e coinvolge un numero crescente di autori, di editori e di lettori. Tuttavia, forse diversamente da quanto sta avvenendo con la produzione cinematografica, la produzione letteraria sulle migrazioni, spesso realizzata da autori poco o pochissimo noti, ma di grandi capacità, fatica ad emergere e comunque non trova spazi autorevoli di promozione culturale. E’ una carenza che il Premio Internazionale Marisa Giorgetti intende contribuire a colmare con l’istituzione della Sezione 1.
Diversa per dinamiche, ma straordinariamente simile a quanto avviene nel campo letterario, è spesso la condizione di coloro che si occupano delle migrazioni (forzate o spontanee che siano, nei limiti in cui questa distinzione mantenga ancora una sua rilevanza) dal punto di vista della tutela dei diritti fondamentali della persona umana che vive la condizione di migrante, nonchè di studi sociali, antropologici e giuridici sulle migrazioni. Si tratta di persone sovente relegate ad una dimensione di nicchia o talvolta persino percepite come personaggi eccentrici per le loro scelte. Analogamente al campo letterario c’è carenza di spazi autorevoli di riconoscimento dell’eccezionale importanza dell’operato di coloro che, spesso in solitudine, contribuiscano alla difesa dei diritti umani fondamentali di singoli, gruppi e comunità, comunque “diversi” ovvero operino per consolidare processi di pace e convivenza ovvero per modificare atteggiamenti sociali e culturali caratterizzati da chiusure identitarie, politiche discriminatore o lesive della dignità umana. A questa carenza di spazi di riconoscimento e valorizzazione intende contribuire la Sezione 2 del Premio.
Trieste e il Carso triestino costituiscono senza dubbio un territorio di particolare significato come sede del Premio per la storia multiculturale della città e del suo territorio, per certi aspetti unica in Italia e di grande interesse per tutta Europa. Ma anche, al suo opposto, per le contraddizioni e le lacerazioni, ancora non del tutto sanate, che Trieste ha attraversato nel ‘900.
Oltre che per le scelte tematiche il Premio Internazionale Marisa Giorgetti intende avere una natura innovativa anche per le modalità di individuazione e selezione delle persone cui assegnare il premio annuale. Il Premio non opera infatti quale concorso bensì ogni giurato propone fino a due candidature, scelte in base alla propria esperienza umana e professionale, ponendosi l’obiettivo di fare emergere situazioni individuali o collettive di valore che tuttavia si trovano in un cono d’ombra. Se si fosse scelto lo strumento tradizionale del concorso il Premio avrebbe clamorosamente mancato i propri principali obiettivi dal momento che, sia per la sezione letteraria che per la sezione diritti umani, proprio le persone o le realtà collettive di particolare valore ma poco o non adeguatamente note per condizionamenti geografici, politici o sociali o per scelte personali degli autori, finirebbero per non emergere affatto.
All’interno delle due giurie, corrispondenti alle due Sezioni, si costituisce ogni anno, a rotazione, un comitato di valutazione che, per evidenti ragioni di imparzialità, non opera proprie segnalazioni, ma valuta le segnalazioni fatte dagli altri giurati ed assegna il premio. (vedi la voce “La Giuria”)